La preparazione dei cjalsòns è parte integrante della tradizione culinaria di Collina. Le paste ripiene che caratterizzano fortemente la cultura alimentare carnica, trovano anche in questo contesto forma e modalità realizzative specifiche. Gestualità e saper fare che declinano la ricetta all’interno della storia del paese e della famiglia che l’ha appresa e tramandata.
«La ricetta dei cjalsòns per me è una ricetta che comunque è di casata in casata a Collina, perché ognuno ha il suo ripieno, l'elabora diversamente e questa è proprio quella che faceva mia nonna, la mamma di mia mamma». La ricetta raccolta e documentata a Collina è quella della cuoca Emiliana Caneva che prepara i cjalsòns ripieni di spinaci, ricotta, biscotti secchi, cannella e zucchero. La pasta viene realizzata unendo sul piano da lavoro la farina, le uova, un filo d'olio e un pizzico di sale. Emiliana impasta velocemente il tutto con le mani aggiungendo tanta acqua tiepida quanta è necessaria per ottenere un impasto morbido ed elastico che viene poi steso in una sfoglia sottile con la macchina per tirare la pasta. Utilizzando una coppetta di quelle «dove si mangiava il gelato una volta», ottiene dei dischi di pasta al centro dei quali mette il ripieno. Sopra al pistùm, «che non deve essere troppo verde, né troppo molle», aggiunge per ogni cjalsòn tre uvette: «uvetta secca che comunque quando va nel bollore dell'acqua si ammorbidisce». Piega quindi a metà i dischi sigillandoli con la punta delle dita. Cotti in acqua salata, sono serviti con burro fuso, cannella e ricotta affumicata.